domenica 18 marzo 2018

Oggi sono un uomo solo, si… lasciato solo!




In una canzone si dice “il vecchietto dove lo metto…” amare, ciniche parole dette a suon di musica.

Io non mi diverto più a sentirle perché io “vecchietto” ancora con facoltà di intendere e voler mi chiedo alle 6 del mattino: Oggi dove mi metto? Cosa faccio di questa lunga giornata che ho davanti a me? Devo fare qualcosa per non impazzire!

Sono conscio che “noi” siamo stati esclusi dalla società!

Io ho capito già da un bel po’ che ho finito la strada della mia vita; una vita colma di fatica di doveri, di sudori, tanto tribolata.

Oggi sono un uomo solo, si… lasciato solo! I figli ogni tanto vengono, ma poi vanno via.

I compagni di vecchia data, pensionati vecchi come me, loro ci sono, a volte sa fa una gita, una cena o quattro chiacchiere insieme, ma francamente non mi importa più di tanto.

I nostri discorsi sono sempre gli stessi, li conosco a memoria! Le sedie, le panchine sono sempre più dure e le gambe per camminare sono sempre più pesanti.

Erano bei tempi quando lavoravo, mi stancavo di fatica, ma a casa c’era mia moglie che mi aspettava e i figli che mi correvano incontro, e i loro strilli mi riempivano il cuore. Tutti loro avevano bisogno di me!

Adesso posso solo aspettare il riposo eterno e che Dio me lo mandi presto come una liberazione, perché io di questa vista non so più cosa farmene.

Tutte le belle frasi che mi possono dire hanno il sapore della pietà!

So che ho fatto la parte che mi spettava nella vita e che nessuno può vivere in eterno.

Così io “vecchietto” sento di aver diritto di uscir di scena in piena facoltà mentale.


Grazie dell’ospitalità!



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