venerdì 28 marzo 2014

La Festa del Papà, senza i figli, è un dolore in più da vivere.

Per prima cosa desidero fare tanti auguri a quei padri separati a cui sono stati privati, con tanta crudeltà, la presenza dei loro figli. La Festa del Papà, senza i figli, è un dolore in più da vivere.
Spesso sono accusati ingiustamente da donne che covano dentro una grande rabbia per i loro motivi personali. Oggi sembra che la donna voglia avere la sua rivincita verso il sesso maschile forse a seguito di un passato spesso discutibile. E chi viene sacrificato sono sempre i figli che crescono senza il padre accanto, da cui non manca solo l’affetto ma anche il suo appoggio in alcune situazioni della vita e la conseguente sicurezza che una madre non può dare. I figli maschi amano la madre, ma si riconoscono nel padre e lo vedono come un esempio da imitare e un punto d’arrivo.
Visto che in Italia abbiamo già pochi problemi, qualche cervello, io dico deviato, ha perfino proposto una legge per cancellare negli atti pubblici il nome del padre e della madre. Vogliono chiamarli Genitore 1 e Genitore 2. Quale è il Genitore 1? I figli nascono solo da una coppia formata da un maschio e una femmina. Cosa c'è da cambiare, si chiedono in molti?! La prima parola che balbetta un bimbo è mamma e poi papà e dopo un po' di tempo gli occhi si incontrano e si riconoscono. Per questo motivo non mi piace quando una madre non vuole, o non può, occuparsi della propria creatura nei primi anni della sua vita. Naturalmente una società deve creare i presupposti in modo che una madre possa rientrare facilmente nell'ambiente lavorativo. Con la disoccupazione che oggi vive la nostra società, sarebbe auspicabile aprire alla donna altre strade già percorse e richieste nel passato tra cui riconoscimenti e remunerazioni per la donna che si occupa della casa, della famiglia, dell’assistenza, in casa, degli anziani ammalati valutandola come una professione specializzata e non come la casalinga di un tempo sempre sottovalutata, sottomessa e spesso sfruttata.


Edith